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Maria Cristina Comparato

Maria Cristina Comparato nasce a San Giovanni Rotondo e si interessa di fotografia quasi per caso e senza una particolare direzione. L’incontro con l’associazione Officine Creative Italiane, cambia radicalmente il suo modo di approcciarsi all’immagine, portandola su un percorso di maggiore consapevolezza.

Il lavoro “della Presenza” nasce all’interno di uno dei laboratori di associazione ed è la prima opera in assoluto dell’autrice.

Al momento si sta dedicando al progetto nazionale promosso dalla Fiaf “Ambiente Clima Futuro”, seguita dai tutor Claudia Ioan e Massimiliano Tuveri.

 

CONTATTI:

mc.comparato@gmail.com

https://mccomparato.wordpress.com/

 

Della presenza

La diagnosi di una malattia, specie se avanzata, conduce inevitabilmente a una serie di mutamenti, non necessariamente evidenti, che mettono in discussione la propria presenza nel mondo. A partire da un sentimento di fragilità e di rischio, occorre man mano integrare paure e nuove quotidianità, per inserirle in un sistema diverso, dal difficile equilibrio. Controlli periodici, infusioni, perdita della propria immagine, sono tutti frammenti da ricollocare nel quadro piu ampio della propria persona, un lavoro dalla riuscita non certa e mai definitiva.
Nato all’interno di un laboratorio Fiaf a tema “Intorno a noi”, il portfolio “della Presenza” racconta il percorso dell’autrice a partire dalla scoperta di un tumore al seno metastatico, ripercorrendo sinteticamente le tappe dalle difficoltà iniziali fino all’integrazione finale in una nuova quotidianità. Il titolo, riprendendo l’idea di crisi della presenza dell’antropologo De Martino, vuole appunto richiamare il pericolo esistenziale che la malattia risveglia, un pericolo un tempo affrontato collettivamente e che invece oggi ci troviamo a fronteggiare quasi sempre soli; ridurre all’essenziale, guardare le cose per quello che sono e mettere sullo stesso piano malattia e persona in una operazione di ridimensionamento complessivo, è stata la chiave risolutiva non solo fotografica ma anche emotiva, fino ad ottenere una sorta di compromesso nel quale, pur non mancando la tensione che inevitabilmente accompagna le malattie mortali, la quiete diventa la nuova protagonista del racconto.