Elementum

Elementum è il secondo libro edito da Phaos Edizioni. E’ il lavoro corale di un gruppo di fotografi pugliesi che si è interrogato sull’identità del loro territorio toccando temi importanti, come la distruzione dell’agricoltura per la Xilella, l’impoverimento delle realtà economiche e le trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici.

Il progetto è  stato è stato realizzato all’interno di un laboratorio durato vari mesi sotto la direzione di Massimo Siragusa.

L’incedere del passo, per un fotografo che si occupa di paesaggio, è la lentezza

L’incedere del passo, per un fotografo che si occupa di paesaggio, è la lentezza. Ci vuole tempo per definire e comprendere lo spirito di un luogo. Tempo per cogliere le sfumature che ne sottolineano i cambiamenti. E’ un esercizio mentale oltre che fisico, che accomuna il fotografare alla lentezza dei processi naturali. Potremmo immaginarla come una curva di avvicinamento verso un nucleo centrale, per poi ripartire alla scoperta del tutto. L’elemento temporale è un requisito, anzi un pre-requisito, fondamentale per definire l’approccio a un territorio. Ma c’è anche un altro elemento, altrettanto importante per identificare la fotografia documentaria legata al paesaggio: è la sua “materialità”. Il fotografo deve sviluppare un rapporto, anche in questo caso nella sua duplice connotazione fisica e mentale, con il paesaggio che lo circonda. Appropriarsi della materia di cui è fatto, quasi provare a modellarla con le sue mani. Non c’è una volontà di manipolazione in questo, però. Piuttosto il desiderio di una conoscenza ancora più profonda, intima. Il bisogno di entrare talmente in empatia con un posto, da riuscire a coglierne l’anima. Quando questo avviene, ecco che il fotografo compie una perfetta alchimia. Da osservatore si trasforma in interprete. E’ così quel luogo, quel paesaggio, diventa protagonista, simbolo universale di altri luoghi e paesaggi accomunati dalle stesse trasformazioni o afflitti dalle stesse difficoltà.

Lo sguardo che scaturisce dalla visione degli autori di questo progetto esprime pienamente la volontà di comprensione, di ricerca dell’anima dei singoli luoghi. I cinque fotografi, pur nella diversità dei vari approcci, hanno saputo mettere in campo un metodo di ricerca comune. Documenti, tradizioni orali, analisi dei dati, osservazione del territorio. Tutto ha contribuito a rendere solido il lavoro che si è arricchito, alla fine, della straordinaria capacità con cui ciascuno di loro è riuscito a  tradurre questi dati in un sorprendente percorso visivo. I temi trattati sono temi importanti, che aprono spunti di riflessione universale per come immaginiamo il nostro futuro e lo sfruttamento del pianeta. Erosione costiera, malattia delle piante, impoverimento economico, abbandono industriale, sono alcuni degli aspetti affrontati dai vari progetti. Ci raccontano di un sud – la Puglia, in questo caso, ma potremmo allargarlo ad altri sud della nostra nazione –  in cerca di un equilibrio tra la necessità dello sviluppo economico e la salvaguardia della propria natura. Per l’attenzione e per il rigore con cui questi argomenti sono stati trattati, più che voler essere una denuncia, le immagini sono un elemento di partenza per una riflessione sul nostro presente, visto ora con uno sguardo poetico, ora con un tono scientifico, ma sempre accomunato da una grande onestà intellettuale.

Massimo Siragusa