ALFONSO DI VINCENZO: Pane Nostrum
Fotoreporter e giornalista, segue la passione per la fotografia fin da ragazzo. Collabora con diversi giornali e già nel 1996 realizza un primo reportage in Bosnia. Dal 1999 scrive per diversi giornali regionali calabresi corredando le sue inchieste e i suoi reportage con le foto che lui stesso realizza, nel 2003 si iscrive all’Albo dei Giornalisti e inizia a collaborare come fotoreporter per diverse agenzie fotogiornalistiche. Negli anni si allontana e poi riavvicina a questo mondo che lo affascina sempre, alternando lavori di cronaca e news con reportage di viaggio e naturalistici. Conosce molti grandi autori della fotografia italiana e internazionale dai quali apprende visioni e interpretazioni della fotografia che affinano sempre più il suo personale stile fotografico. Abbandona il giornalismo scritto per dedicarsi all’attività di fotoreporter realizzando diversi lavori pubblicati dai maggiori giornali e settimanali italiani e internazionali. Collabora con l’Agenzia Fotogiornalistica Controluce di Napoli e AFP – Stringer per il Sud Italia con le quali realizza diversi lavori pubblicati in tutto il mondo. Le sue foto sono scelte da Repubblica, La Stampa, Corriere della Sera, Panorama, Oggi, Gente, Osservatore Romano, Famiglia Cristiana, The Indipendent, The Guardian, Time, Daily Mail, Der Spiegel, Zeit, El Mundo, Liberation, Le Nuovel Observateur de Paris, Washington Post, Herald Tribune, Huffington Post e diversi altri giornali in tutto il mondo. Ama vivere e scattare il Sud Italia e si sposta tra Calabria, Basilicata e Puglia per raccontarne in foto i luoghi e la gente.
Pane Nostrum
Il pane è da sempre elemento fondamentale della tavola italiana, sempre presente, sempre rappresentante di una identità locale, regionale, popolare. Pane nostrum è il pane calabrese che sebbene abbia alcune diversità tra le sostanziali diverse macroaree regionali, è rappresentato da caratteristiche comuni a tutte le realtà calabresi. Il lavoro spesso condotto a livello familiare, la produzione continua anche durante le festività, l’artigianalità del ciclo di produzione del pane, ma soprattutto la reperibilità degli elementi da cui nasce nel breve raggio di pochi chilometri, sono elementi comuni ai forni calabresi. Tutto quanto serve per fare il pane è reperito in zona e la sua preparazione segue ancora antiche tradizioni popolari e locali. Cerchiara di Calabria è la bandiera del pane calabrese, è il più conosciuto a livello nazionale e in molti paesi esteri e il piccolo centro cosentino (conta poco più di 2500 anime) conserva questa tradizione riportandola e rinnovandola di generazione in generazione. A Cerchiara di Calabria ci sono nove panifici e un mulino a pietra, i nove panifici sono gestiti tutti da donne imprenditrici e la maggior occupazione è femminile, dato in assoluta controtendenza nazionale. I nove panifici producono giornalmente migliaia di quintali di pane che vengono regolarmente consumati fuori da Cerchiara, che chiaramente con i suoi solo 2500 abitanti non potrebbe mai consumare una tale mole di pane. Ciò conferma la notorietà del suo prodotto e bontà che è alla base della sua grande richiesta. È possibile trovare panifici a conduzione strettamente familiare, con forni piccoli capaci di sfornare pochi quintali al giorno di pane, o forni ancora più piccoli gestiti da due anziane sorelle che fanno solo taralli, biscotti e panini, o comunque forni organizzati in maniera industriale, ma sempre artigianali, capaci di produrre centinaia di quintali di pane al giorno con gran parte della lavorazione fatta ancora a mano, mani che portano i segni evidenti del lavoro costante e ripetitivo. Si passa nel raggio di poche centinaia di metri e tra poche persone, dalla produzione estremamente artigianale e familiare a quella praticamente industriale del pane, sempre al femminile e sempre “nostrum”, fatto in Calabria, da calabresi con prodotti esclusivamente locali e genuini.