Angelo Ferrillo – 258 Minutes
Nasce a Napoli nel ‘74 dove intraprende gli studi di Ingegneria e si avvicina alla fotografia, formandosi da autodidatta, fino ad approdare al mondo del professionismo. Attualmente si occupa di fotogiornalismo e di fotografia corporate, è photoeditor, curatore fotografico e docente di fotografia presso lo IED Milano, OFFICINE FOTOGRAFICHE Milano, CREATIVE CAMPUS Milano e FOWA University.
Chiude il piano di studi con un Master in Fotogiornalismo, un Master in Photoediting e Ricerca Iconografica ed una Masterclass in curatela fotografica, prosegue la strada della fotografia lavorando come fotogiornalista producendo reportage per Agenzie, ritratti, servizi di cronaca, oltre a commissionati per l’editoria e progetti personali di fotografia autoriale.
Realizza lavori istituzionali per il Comune di Milano (Ente Turismo e Archivio Storico), Provincia di Milano (Parco Agricolo Sud Milano) e Ente del Turismo Fiandre, oltre a realizzare lavori corporale per clienti come Timberland, Eastpak, Vans, Le Coq Sportif, Diesel, Gucci, Moleskine ed altri.
Espone i propri lavori al Milano Photo Festival, al Festival della Fotografia Etica di Lodi, e nel circuito galleristico nazionale ed internazionale, oltre a conseguire premi e riconoscimenti internazionali.
Conosciuto al pubblico per la sua street photography e per i suoi reportage, collabora attivamente con editori nazionali ed internazionali e con brand leader mondiali dell’urban style progettando e sviluppando immagini di social adv e brand comunication. Attualmente è membro del Direttivo AFIP International, Art Director della Fowa University e National Ambassador per Hasselblad.
258 MINUTES
PARIGI, 13 NOVEMBRE 2015. UN ANNO DOPO
di Angelo Ferrillo
Il 13 novembre del 2015 dalle ore 21:20 Parigi è sotto attacco. Un attacco che la porta al centro della cronaca mondiale ancora una volta.
La catapulta nella storia con 258 minuti di terrore e un bilancio di 130 morti. Non penseresti mai che, andando ad assistere ad un concerto, la tua vita possa cambiare, nel caso fortuito in cui tu possa dire di averne ancora una. Non crederesti mai che, in una notte di autunno uguale a tante altre, la vita di 130 persone, di una città, di una nazione, di un continente, di tutto il mondo, possa cambiare per sempre.
Un effetto devastante. Sfido chiunque ad immaginare i pensieri consueti di quando sei in procinto di uscire di casa per un appuntamento, che nulla hanno a che vedere con la possibilità che la tua vita possa finire da un momento all’altro! Alle 21:20 di venerdì 13 novembre, come nel peggiore dei presagi scaramantici, in 258 minuti, durante un concerto rock, una partita di calcio o nelle cene tra innamorati e passeggiate all’aria aperta, all’improvviso, tutto viene interrotto dal solo suono freddo di un kalashnikov. Un suono che non ha nulla a che fare con la musica, con i cori da stadio, con i rumori da sottofondo metropolitano. Una melodia crudele ha trascinato via 130 persone, le loro anime e le loro esistenze.
258 MINUTES non sono altro che i minuti trascorsi dalla prima esplosione avvenuta allo Stade de France di Parigi la notte del 13 novembre del 2015 alle ore 21:20, fino alla liberazione degli ultimi ostaggi del Bataclan, in cui l’orologio segnava le ore 00:58.
A distanza di migliaia di chilometri, attraverso i media e i contatti con i molti amici che proprio in quei momenti erano per le strade della capitale francese – in occasione del ParisPhoto, una delle più grandi manifestazioni di settore per la fotografia – mi ritrovo a vivere l’evento che verrà poi definito come l’11 settembre del vecchio continente. Non mi sono mai staccato da quei pensieri e da quegli eventi. Mi sono informato, mi sono documentato, ho parlato con tante persone, mi sono affidato a società di ricerca che potessero dare il giusto supporto al mio lavoro.
13 novembre 2016. Ad un anno esatto da quei fatti tragici, era giunto il momento di riaprire il Bataclan, era arrivato il momento di portare alla luce la mia ricerca, le mie riflessioni attraverso la fotografia.
Cosa era rimasto di quella sera, che aveva cambiato per sempre le sorti di una nazione?
Un percorso pensato per oltre un anno, tanto ci voleva per metabolizzarlo, realizzato in 258 minuti.