La Storia
di Corigliano Calabro
La prima sistematica organizzazione umana del territorio ai fini delle attività insediative e produttive, in grado di modificare profondamente la realtà naturale, risale alla colonizzazione greca della seconda metà dell’VIII secolo a.C.
L’origine della nostra città è strettamente legata a quella dei gruppi di coloni che si stabiliscono lungo la fertile pianura costiera formata dai depositi alluvionali dei fiumi Coscile e Crati, e che fondano tra il 710-720 a.C.. la città di Sybari. Bisogna aspettare molti secoli per poter parlare di nuclei abitati nel nostro territorio comunale così come attestano le fonti storiche e le aree archeologiche in corso di esplorazione (ricordiamo che Favella è il centro neolitico più antico d’Europa).La nascita del borgo di Corigliano Calabro viene fatta risalire al 977 d.C., sebbene le prime testimonianze certe sono riferibili al XI secolo, con l’invasione normanna della Calabria. Con l’aumento della popolazione, Corigliano si trasforma gradualmente da praedium in borgo e sorgono i primi nuclei urbani.
Ancora incerta è l’origine del nome della città; le tesi più accreditate rimandano la derivazione del nome al latino Corellianum (cioè praedium Corellianum: podere di Corellio). Altre ipotesi fanno invece derivare il nome della città dal greco Koyon Elaion (“giardino dell’olio”).
La storia di Corigliano è stata particolarmente segnata dalla conquista normanna, la cui testimonianza è il Castello, costruito alla fine dell’XI secolo per volontà di Roberto il Guiscardo, come roccaforte contro gli attacchi della vicina bizantina Rossano. La fortezza diventa generatrice della struttura urbana intorno ad essa sorsero, tra il X ed il XII secolo, i primi rioni Portella, Castelluccio, Giudecca, Cittadella e le prime chiese Santa Maria della Platea, San Pietro, Ognissanti.
La dominazione sveva segnò in modo rilevante anche lo sviluppo economico della città: nascono le prime aziende agricole, artigiane, commerciali e importanti centri fieristici. L’aumento demografico è segnato dall’arrivo degli ebrei favoriti dalle leggi federiciane. A tali fattori si deve la costruzione di altri borghi e villaggi attorno alla città e di nuove abitazioni all’interno delle sue mura.
Tra la fine del 1200 e l’inizio del 1400 a Corigliano come in tutta la regione, si rafforza il dominio dei feudatari. Il castello diventa il simbolo della presenza del barone e la vita economica e sociale della città incomincia ad essere basata sulle rendite fondiarie dei feudatari e sullo sfruttamento dei contadini.
Intorno alla metà del 1300 si assiste ad un periodo di crisi sia economica che sociale in tutto il Regno di Napoli. Infatti, la crescita della popolazione e l’espansione economica subiscono una brusca frenata in seguito alle continue epidemie e carestie.
Nel 1475 San Francesco di Paola, fondatore dei Minimi, ed in seguito patrono del paese, giunse a Corigliano Calabro. Al santo si deve la costruzione di un convento e l’edificazione di un acquedotto di tipo romano, Ponte Canale, che doveva servire da mezzo di trasporto dell’acqua nelle tre piazze principali del paese: Giudecca, Fondaco e Muro Rotto.
La seconda metà del 1400 è caratterizzata dalla congiura dei baroni, a cui partecipò anche il feudatario Sanseverino e che si concluse con l’arresto di quest’ultimo ed il passaggio della città nelle mani dell’amministrazione regia.
Nel 1500 l’economia della città è collegata soprattutto alla messa a coltura di nuove terre. Nuove mura si edificano su quelle antiche e all’esterno, a ridosso delle cinta, vengono edificate nuove costruzioni ed alcune chiese rurali: San Domenico, San Martino e la Chiesa dell’Angelo. La crescita ha ripercussioni anche sull’espansione dei luoghi extraurbani, come la Marina del Cupo e San Mauro.
Il 1500 rappresenta anche il secolo in cui si verificano gli assalti dei pirati sui litorali calabresi, che spinsero le città a costruire fortezze e torri di difesa lungo le coste, per avvistare tempestivamente le navi piratesche. Anche Corigliano, nel 1538, subì l’invasione da parte del pirata Barbarossa, che però fu sconfitto dal conte Pietro Antonio Sanseverino.
Nel 1600 venne edificata una torre di guardia, chiamata Torre del Cupo. In questo secolo Corigliano e San Mauro diventeranno i feudi più importanti della casa di Bisignano, di cui i Sanseverino erano principi.
Nei primi anni del 1600 Agostino Saluzzo, ricco mercante genovese, acquista il feudo di Corigliano e di San Mauro per 315.000 ducati. Tra il 1616 e il 1740 si assiste ad un’espansione urbana-territoriale del centro in direzione del colle San Francesco, dove sorge il convento fondato dal Santo di Paola. In questo periodo l’accesso più importante al paese è la via delle Furche (l’attuale via Roma) che giunge in una delle quattro piazze, l’Acquanova. Attorno alla piazza nacque e si sviluppò un vero e proprio rione.
La peste del 1656 determina l’abbandono delle terre e la diffusione delle terre paludose. La ripresa delle città inizierà solo nel 1670 grazie ad Agostino II e ad Agostino III Saluzzo, sotto il cui dominio furono realizzate numerose opere di disboscamento, di bonifica e di arginazione dei fiumi Crati e Coscile, con conseguente aumento delle terre destinate alle coltivazioni. Vennero, inoltre, costruite strade per favorire l’ingresso nelle campagne e si diede inizio all’industria della pasta di liquirizia. A tale periodo risalgono i lavori di adeguamento del Castello. Nello stesso periodo la Marina di Corigliano diventò centro di traffici commerciali e di fiere. La crescita socioeconomica della città subì un arresto nei primi anni del 1800 con il dominio del partito filo-borbonico e l’invasione delle truppe napoleoniche.
L’epoca della dominazione francese (che va dal 1806 al 1815) fu caratterizzata dall’abolizione della feudalità e dalla soppressione dei conventi. L’abolizione della feudalità portò come conseguenza immediata la perdita della rendita dell’azienda ducale, l’abbandono delle terre, l’aumento delle zone destinate al pascolo e il disordine delle acque. I Saluzzo, feudatari della città, furono costretti ad affittare la loro proprietà a Giuseppe Compagna che nel 1828 rilevò il feudo di Corigliano.
Dal 1850 in poi l’evoluzione della città sarà caratterizzata dalla realizzazione di numerose opere pubbliche, come il rifacimento delle principali vie cittadine e la realizzazione del Quadrato delle Fiere nella Marina. Nel 1871 a Corigliano arriva la ferrovia jonica Metaponto-Reggio Calabria e nello stesso periodo viene aperto uno sportello della Banca Nazionale. Tra il 1870 e il 1880 saranno inoltre realizzati importanti lavori di restauro del Castello, per volontà del barone Luigi Compagna.
I primi anni del ‘900 sono caratterizzati soprattutto dall’opera di bonifica che tra il 1920 ed il 1930 consente la nascita di altri sei villaggi sul territorio di Corigliano Calabro: Villaggio Frassa, Thurio, Torricella, Fabrizio, Apollinara, Cantinella. Attualmente, tali zone rappresentano dei veri e propri nuclei urbani, con una significativa densità demografica.
La progressiva espansione territoriale della città continua negli anni 1945-1970, con l’edificazione del Rione Ariella e del quartiere dell’Acquedotto, sorti grazie alla costruzione delle case popolari. Negli stessi anni, vengono realizzati interventi di ripartizione ed assegnazione dei terreni agricoli all’interno dei villaggi rurali, favorendone la crescita ed espansione dal punto di vista edilizio. L’espansione territoriale è accompagnata dalla crescita delle attività economiche e, in particolare, dalla nascita delle prime attività di trasformazione dei prodotti agricoli e dei primi alberghi.
Tra il 1960 ed il 1980 sorgono altri nuclei urbani: S. Nico e Ministalla. Si assiste ad una significativa espansione dello Scalo, soprattutto per effetto del riversamento delle popolazioni residenti nei comuni limitrofi (in particolare Acri e Paesi albanesi). Negli stessi anni si espande l’area di Piana Caruso, che assume sempre più la connotazione di residenza estiva per le famigli locali.
Gli anni ’60-’80 sono caratterizzati anche dalla realizzazione di opere pubbliche, tra cui la trasformazione dei collegamenti pedonali in carrabili nel Centro Storico, la costruzione di nuove scuole e la realizzazione del Porto, ad opera della Cassa del Mezzogiorno. A Schiavonea, sorgono e si sviluppano i primi stabilimenti balneari e la flotta peschereccia, attualmente una delle prime in ambito regionale.