MARIA PANSINI

Maria Pansini fotografa pugliese, si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Bari, con una tesi in Antropologia Sociale sul popolo curdo. Si trasferisce a Milano per studiare fotografia presso l’Istituto “Riccardo Bauer”, dove si diploma fotografa professionista nel 2001, seguendo con particolare interesse le lezioni della docente Roberta Valtorta. Affianca l’attività fotografica di Cesare Colombo e di Pino Ninfa nel campo della fotografia di reportage e di musica e spettacolo. Inizia le collaborazioni con l’editoria pubblicando su quotidiani, magazine, riviste fotografiche e di attualità tra cui La Repubblica, Il fatto quotidiano, Musica Jazz e i Periodici San Paolo. Nel 2012 inizia l’attività di docente di Storia della fotografia, tenendo seminari e lezioni presso il Politecnico di Bari ed il Museo Civico, fonda con altri professionisti del settore la Scuola di Fotografia e Cinematografia Fproject e realizza numerosi corsi e workshop. Ha esposto presso musei e gallerie in Italia (Trieste, Roma, Bologna, Bibbiena, Bari) e all’estero (Tel Aviv, Belfast, Tokyo) e vinto numerosi premi tra cui il Book Award del Belfast Photo Festival 2023 con il progetto “Santi, ladri e marinai” e il Book Award del Festival di Corigliano Calabro 2023 con “Under the blanket”, Portfolio Italia Fiaf 2023 (2°classificato) con il lavoro “Taranto non vuole morire”, il Premio Urban tribute to Bruce Gilden 2021, Il Premio Urban Trieste photo days 2019 ed il Premio Bruno Boschin del Festival of Travel Writing 2015 con il progetto “Taralabasi, behind the scene of Istanbul”.

SITO WEB: https://mariapansini.wixsite.com/photography

UNDER THE BLANKET

In Italia gran parte dei braccianti agricoli impiegati nelle raccolte stagionali di frutta e ortaggi sono stranieri. Il lavoro nei campi è duro, sottopagato, quasi mai svolto sotto regolare contratto. Gli immigrati che lavorano in questo settore restano perennemente nomadi, ogni due o tre mesi cambiano zona seguendo le raccolte stagionali di frutta e ortaggi, non hanno fissa dimora, si accampano nelle baraccopoli che sorgono nei pressi delle piantagioni oppure si riparano in ruderi abbandonati nelle campagne, privi di elettricità e acqua corrente. La situazione più critica si registra in pieno inverno quando il lavoro diminuisce e il freddo sopraggiunge a rendere ancor più disagiata la vita di questi lavoratori.

In Puglia ho conosciuto un gruppo di braccianti africani, quasi tutti originari del Darfur (Sudan), erano accampati in un edificio fatiscente senza porte né finestre poco fuori Terlizzi, il mio paese, che viene chiamato con amara ironia “il Castello”. Durante l’inverno in questo luogo si rifugiano gli stranieri che lavorano per la campagna di raccolta delle olive. Quando è sopraggiunta la neve gli immigrati sono stati ospitati per circa due mesi in un dormitorio in paese. Li ho visitati quotidianamente e mi hanno raccontato le loro storie, vite difficili segnate dalla distanza dai loro affetti e dalla costante precarietà.

Dopo l’inverno sono ripartiti, si sono trasferiti nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, uno dei ghetti del Tavoliere, la vasta pianura in provincia di Foggia e sono andata lì a trovarli. Ho chiesto infine di ritrarli e ho scelto di farlo con lo sfondo della coperta di ciascuno di loro, spesso unico riparo dal freddo, dalla luce, dal mondo esterno.

MARIA PANSINI