Antonio Manta e la sua Bottega – Parco della Sila
Intorno alla figura e alla attività di fotografo e stampatore di Antonio Manta si è sviluppato e consociato un nucleo di artisti che hanno nella fotografia e, in senso più ampio, nella creazione di immagine fotografica, il loro obiettivo comune. Come nella bottega del rinascimento, che era contemporaneamente scuola, laboratorio, luogo di discussione e di socializzazione, il creare a contatto con altri offre la possibilità di un confronto continuo, di un interscambio e di una condivisione di esperienze e risultati, che si traduce per tutti in continuo arricchimento sia tecnico che culturale, in “eccellenza che produce eccellenza”. Così avviene ad esempio sia per l’affinamento delle tecniche fotografiche tradizionali che per l’apprendimento e lo sviluppo di tecniche nuove o la riscoperta di vecchie metodiche: la bottega amplifica l’esperienza di molti, mettendola a disposizione di ognuno, e così facendo facilita le scelte e velocizza il miglioramento dei risultati.
Il Parco della Sila visto da: Paola Binante, Antonio Armentano , Antonio Manta, Francesco Granelli, Paolo Pagni e Pietro Vallone. In questo contesto Antonio Manta ha esteso alla “sua” bottega il compito di esprimere fotograficamente la Sila. La presenza di un gruppo così organizzato, ha consentito in questo caso di sviluppare l’argomento a partire da un impulso unitario,
nell’ambito del quale ogni autore ha scelto la metodica di realizzazione, in base al proprio modo di “sentire” il tema. Ne scaturisce un insieme di visioni d’autore, che, procedendo lungo il comune fil rouge dell’ opera dell’uomo nella natura, nel volgere del tempo e delle stagioni, producono, mediante la fotografia tradizionale, la manipolazione di istantanee polaroid, l’accartocciamento di immagine, ecc., quadri diversi ma complementari, tasselli assemblabili di un unico lavoro.